Giornata Internazionale del Jazz 2024
Il Club per l’UNESCO di Lucera, presieduto dalla Prof.ssa Maria Grazia Nassisi, annuncia l’evento clou dell’International Jazz Day il 30 aprile 2024 con il concerto del Maestro Omar Sosa che si terrà a Lucera, presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie alle Cammarelle, alle ore 19:00 (apertura porte ore 18:30).
L’obiettivo internazionale di questa giornata ha lo scopo non solo di amplificare le virtù del jazz come strumento educativo e forza di empatia, dialogo e maggiore cooperazione tra le persone, ma soprattutto di sensibilizzare – attraverso la musica jazz – la costruzione di una società più inclusiva.
In questo delicato momento storico è più che mai importante sottolineare che il jazz è stato riconosciuto nel 2011 dall’UNESCO Patrimonio Immateriale dell’Umanità, considerato linguaggio della pace, “uno strumento di sviluppo e crescita del dialogo interculturale volto alla tolleranza e alla comprensione reciproca”.
Le note del maestro Sosa che tanto si batte e si è battuto sul fronte dei diritti civili vogliono essere un ponte verso il raggiungimento della pace, dell’uguaglianza e del rispetto, soprattutto verso le giovani generazioni.
Il Maestro Omar Sosa, artista giramondo a 360°, ha vissuto tra America Latina Stati Uniti e Europa, si divide tra Barcellona dove vivono i suoi due figli ed infine la Puglia dove vive attualmente con la sua compagna, il suo amore per la nostra terra, per i suoi colori, i suoi sapori, il cibo, il buon vino, l’intero territorio e i suoi beni culturali lo ha portato ad accettare l’invito a Lucera per questo concerto con musiche esclusive.
Il Club per l’UNESCO di Lucera ringrazia di tutto cuore il maestro Omar Sosa per la sua disponibilità a tenere a Lucera il suo concerto.
Nota biografica in sintesi del maestro Omar Sosa
Nato a Camagüey, a Cuba, il Maestro Omar Sosa comincia a studiare musica a otto anni al conservatorio municipale, continua il suo cursus alla Scuola Nazionale di Musica dell’Avana, poi all’Istituto Superiore d’Arte. Segue una formazione accademica di composizione, armonia e strumentazione. Forte di questa base teorica, si avvicina al pianoforte, che l’aveva sempre affascinato per il suo carattere orchestrale e percussivo, diventando presto il suo strumento preferito. La pratica del pianoforte, sarà sempre influenzata da quella delle percussioni: è il suo stile personale, di grande audacia ritmica, diventato ormai il suo tratto caratterizzante.
Cresciuto nella cultura cubana più tradizionale, scopre il jazz grazie a suo padre, un professore di storia che amava Duke Ellington, Count Basie, Nat “King” Cole, poi sarà la volta del pop, del funk, grazie anche ai programmi americani trasmessi alla radio e ascoltati clandestinamente di notte a Cuba.
Il genere che lo affascina maggiormente è il jazz: sente che è più di una musica, una vera filosofia di vita, una scuola della libertà. Si procura i dischi dei più grandi pianisti (Oscar Peterson, Herbie Hancock, Chick Corea, Keith Jarrett), interessandosi anche alle armonie bop di Charlie Parker, le melopee spiritualiste di John Coltrane e scopre soprattutto Thelonious Monk; il suo stile, aspro e dissonante, diventa per lui un riferimento assoluto.
Impegnato nei sei continenti con tournée che arrivano fino a duecento concerti l’anno, suona in tutti i maggiori festival internazionali.
Il suo linguaggio jazz globale celebra la diversità delle anime della musica, attraverso il jazz che è forse il genere più rappresentativo della Diaspora africana, il Maestro Sosa unisce i Caraibi, l’America Latina e l’Africa in un’espressione di libertà.
Dice della sua musica, con grande generosità: “Ciò che può un’immagine fedele della diversità della musica attuale non è la fusione superficiale di elementi eterogenei; ma l’intuito che tutte queste tradizioni hanno qualcosa a che fare le une con le altre, e che è tempo di farle riconciliare, di farle cantare all’unisono.”
I suoi concerti si alternano tra Piano solo e collaborazioni tra i più grandi esponenti della musica Jazz, Afro e World, come il Quartetto Afrocubano, poi con John Santos, Trilok Gurtu (in questo momento coinvolto con Maria Pia De Vito in un progetto chiamato MATER), con Paolo Fresu, con il musicista senegalese di kora Seckou Keita e il suonatore cinese di sheng Wu Tong, con Yilian Canizares e con Marialy Pacheco, con Ernesto Simpson, con Leandro Saint-Hill e con Childo Tomas, originario di Maputo, Mozambico, con Ernesttico percussionista cubano che vive in Italia da diversi anni. Forte il suo legame con il percussionista venezuelano Gustavo Ovalles, col francese Mino Cinelu, ha creato un opera sinfonica di quarantacinque minuti, From Our Mother, che combina motivi folclorici cubani, venezualani e ecuadoriani con armonie jazz, in fase di progettazione un progetto con l’Orchestra AYSO, una orchestra giovanile diretta stabilmente dal M° Teresa Satalino, i cui musicisti provengono da tutta l’Italia.
Club per l’UNESCO di Lucera
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