(25-1997) PIAZZA ARMERINA, VILLA DEL CASALE
La Villa del Casale, presso l’abitato di Piazza Armerina, è senza dubbio la più vasta e lussuosa residenza romana conosciuta. La qualità e l’estensione dei suoi mosaici pavimentali, straordinariamente ricchi per valore artistico e vivacità tematica, ne fanno un edificio unico al mondo, una sorta di “ottava meraviglia” dell’archeologia.
La Villa del Casale è una testimonianza fondamentale della civiltà romana: i suoi mosaici, oltre ad evidenziare un originale linguaggio figurativo, sono un eccezionale documento di costume, che ha consentito di approfondire molti aspetti della vita quotidiana e degli scambi culturali nel tardo Impero Romano.
Caratteristica singolare di questa villa, costituita da più di 50 stanze, è la presenza, in oltre 40 di queste, di straordinari pavimenti a mosaico, che coprono una superficie di bel 3500 mq e che risalgono al periodo più avanzato dell’arte musiva romana.
I temi trattati sono molto vari; si spazia dalle tradizionali scene mitologiche e di caccia, comuni a molte altre ville romane, ai mosaici che illustrano la vita domestica o che riproducono con grande fedeltà e realismo specie animali e vegetali. Uno dei soggetti interessanti è la Grande Caccia, raffigurante la cattura d’animali feroci e selvatici, destinati ai giochi circensi, rappresentati in maniera particolarmente efficace.
Giustificazione dell’iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale: “Il Comitato ha deciso d’inserire la località sulla base dei criteri (I) (II) (III), ritenendo che la Villa del Casale di Piazza Armerina sia un sublime esempio di lussuosa villa romana, che illustra graficamente la prevalenza delle strutture sociali ed economiche del suo tempo. I mosaici che la decorano sono eccezionali per la loro qualità artistica e la novità dell’ampiezza. Il Comitato ha chiesto che lo Stato Parte stili un rapporto sulla conservazione e gestione del luogo ed, in particolare, chiede un monitoraggio delle condizioni climatiche nelle strutture che lo proteggono ed il loro impatto sui reperti archeologici”.