Messaggio di Benedetto XVI all’Unesco
Lavorate “per una vera cultura di pace nel mondo”: è questo, in sintesi, il messaggio che Benedetto XVI ha voluto inviare ai partecipanti alla 34.ma Conferenza generale dell’UNESCO apertasi il 16 ottobre e conclusasi il 3 novembre u.s. a Parigi, attraverso un telegramma inviato all’osservatore permanebte della Santa Sede presso l’organismo delle Nazioni Unite mons. Francesco Follo. I lavori della 34.ma Conferenza generale dell’UNESCO possano far progredire “in maniera significativa la collaborazione tra i popoli per una vera cultura di pace nel mondo”.
Occorre creare luoghi di cultura, di relazioni, di educazione, ha aggiunto mons. Follo, affinché gli uomini si parlino e si riconoscano come partner della costruzione sociale, attenti ai più piccoli e ai più poveri. Partendo dal fatto che l’UNESCO ha indicato per questa conferenza come priorità l’Africa e l’eguaglianza dei sessi, il presule ha parlato dell’importanza dell’educazione, soprattutto l’educazione di qualità con particolare riferimento all’Africa. D’altra parte, è importantissimo ribadire l’uguaglianza dei sessi, soprattutto l’educazione delle donne, specie nei Paesi in via di sviluppo, non solo per il valore in quanto tale ma anche per il loro contributo nell’educazione della famiglia e della società.
L’educazione, ha inoltre affermato mons. Follo, non riguarda solo lo Stato, poiché i primi attori dell’educazione sono i genitori. Secondo, abbiamo parlato dell’importanza della religione come elemento fondante della cultura e quindi della società. Se purtroppo ci sono state e ci sono ancora delle guerre e dei conflitti causati da gruppi che si ispirano in un modo criminale alla religione, non va dimenticato che la religione non può essere ridotta ad un fatto solo privato ma è importante una sua dimensione sociale.