Il software libero tesoro del mondo
Si pensa al mondo dell’informatica come ad una scienza occulta, ad operazioni magiche e incomprensibili ai comuni mortali. Questa giovane scienza (l’informatica, appunto) ha avuto modo di svilupparsi negli ultimi 35/40 e solo da circa 20 è diventata accessibile a masse più o meno felici di occidentali.
Nella seconda metà degli anni ’80 cominciarono a circolare nelle camerette degli adolescenti i primi personal computer, da collegare al televisore, da programmare copiando codici dalle riviste: ore e ore a copiare il listato di un programma per vedere una pallina rimbalzare sullo schermo. Fin da allora si stabilì il connubio tra ‘informatica’ e ‘ragazzino brufoloso’ (in USA li chiamano ‘geek’), cui si aggiunse una scarsità di donne dai circoli tecnici. In realtà il problema dell’assenza di donne si sta lentamente risolvendo, specie dopo che il boom di internet ha avvicinato gli umanisti al mondo delle reti. Resta invece una sostanziale incomprensione per ciò che riguarda la tecnica dell’informatica e lo strato di logica che muove la rete, i computer e perfino i telefoni cellulari.
Questa ignoranza diffusa è dimostrata da un problema semantico: il simbolo ‘@’ nel linguaggio comune italiano è chiamato ‘chiocciola’.
Benché la forma possa vagamente somigliare al simpatico animaletto, chi coniò il termine sicuramente non aveva idea di come funzionasse il sistema di posta elettronica, nella sua banalità. In inglese la ‘@’ in un indirizzo di posta elettronica viene letto come ‘at’ ovvero in italiano traducibile benissimo con ‘presso’. Quindi l’indirizzo _stefano@maffulli.net_ si dovrebbe leggere:_stefano_ _presso_
_maffulli.net_. Tale espressione veicola il modo con cui il sistema di messaggistica elettronica funziona, ovvero che presso il server chiamato _maffulli.net_ esiste una casella chiamata _stefano_. Un messaggio viene spedito quindi alla casella _stefano_ _presso_ il server_maffulli.net_, semplice e lineare.