Le suggestioni dell’arte di Giuseppe Cavalli
Quanto più la figura e l’opera di Giuseppe Cavalli (Lucera, 1904-Senigallia, 1961) si allontanano nel tempo, tanto più esse assumono rilievo di ormai indiscussa, capitale importanza nella storia nazionale ed internazionale della fotografia come opera d’arte. Di recente Giampiero Mughini, intellettuale disincantato, ha potuto giustamente scrivere di uno “strepitoso Cavalli”, profeta e leader di un gruppo che negli anni Quaranta del Novecento ha rivoluzionato itinerari e traguardi della fotografia amatoriale. La produzione di Cavalli, infatti, si costituisce storicamente in un succedersi di luminose, consapevoli, rarefatte immagini, “visioni” poetiche che per loro natura sembrano piuttosto attenere alla pittura, mai documentaristiche o contingenti – e per ciò stesso indifferenti al soggetto rappresentato, intrise sempre di intima liricità, con una sostanziale proiezione metafisica che sovente assegna loro una valenza simbolica, come testimonia il caso della copertina scelta da Einaudi nel 1998 per Il prete giusto di Nuto Revelli.
Ricorrendo il primo centenario della sua nascita, un gruppo di autori, dauni la gran parte, di diversa formazione culturale ed interessi distanti e distinti, appartenenti a generazioni largamente successive alla sua e per lo più singolarmente lontani dalla specifica “passione” creativa dell’avvocato-fotografo, si è provato a mettere insieme un omaggio apparentemente provocatorio per il lettore: un ensemble di motivi e figure il cui fil rouge è da ricercare nelle suggestioni che in ciascuno produce o ha prodotto l’incontro, antico o recente, con l’arte di Giuseppe Cavalli.
Ne è scaturito un originale, gioioso ed agile volume-ricordo, sicuramente intrigante e probabilmente non ben riferibile ad una puntuale catalogazione; che nei fatti vuol essere ed è un moderno, affettuoso, insolito liber amicorum, così aderente (non solo negli intendimenti) ai valori di una condivisa memoria sentimentale da saper offrire ad un lettore che sia capace di farsene complice intelligente anche il sottile profumo di un garbato romanticismo d’antan.
Per presentare al pubblico in modo altrettanto originale e certamente inconsueto questo libro a più voci, ben orchestrato dal suo curatore Alessandro Apollo, è stato organizzato un vero e proprio “evento” musicale.
Sabato 22 aprile prossimo, infatti, alle ore 19, nel Teatro dell’Opera San Giuseppe, a Lucera, città natale di Cavalli, si svolgerà un concerto per un inedito quartetto guidato dallo stesso musicista, che eseguirà insieme a Marina Ziccardi tutte le canzoni (dei cui testi sono singoli autori Alessandro Apollo e Raffaele Manna) inserite – e questa è la novità più immediatamente percepibile dal comune lettore – nel volume Giuseppe Cavalli (1904-1961) fotografo, quale testimonianza sui generis di quelle “provocazioni creative” che possono nascere, oggi, anche su un terreno tanto eccezionale in virtù di una appassionata ed ammirata frequentazione della produzione fotografica di Cavalli. Legherà l’uno all’altro i diversi brani (la musica è di Sandro Apollo) una voce narrante che trae, anch’essa, occasione motivi e suggerimenti da immagini e pagine del libro. Per sottolineare pubblicamente le ragioni del quale (e quelle che sottostanno alla sua canora presentazione-spettacolo) parleranno l’avv.to Pietro Agnusdei, presidente del Club Unesco “Federico II” di Lucera – a cui va per intero il merito di aver voluto ed organizzato, coinvolgendo l’Amministrazione cittadina in un lungimirante impegno concreto, questo tipo di affabulatrice manifestazione, intrinsecamente culturale più che solo di gradevole e gradito intrattenimento – ed il dott. Federico Trastulli, responsabile della Appolloni Editori che lo ha pubblicato grazie anche al fattivo concorso dell’Amministrazione Provinciale di Foggia. Porterà il saluto dell’Amministrazione il sindaco, dott. Giuseppe Labbate, fiero sostenitore dell’iniziativa.
Roma, 9 aprile 2006